Un arcipelago da tutelare

L’arcipelago di La Maddalena è Parco Nazionale dal 1996, unico parco nazionale che si estende sulla sola superficie di un Comune ha patrimonio naturalistico inestimabile.

I connotati primari dell’Arcipelago di La Maddalena sono quelli legati agli eventi magmatici, tettonici e metamorfici dell’orogenesi ercinica, ossia il processo che ha contribuito alla formazione delle montagne europee in seguito alla collisione, avvenuta nel carbonifero (tra i 360 e i 300 milioni di anni fa) fra i continenti Laurussia, Armorica, e il Gondwana. A questa cui si deve la costituzione geologica, è seguita dopo un ampio arco di tempo la formazione delle isole.

In tempi più recenti, tra i 10.000 e gli 11.000 anni fa durante il Paleolitico, nel Magdaleniano o “maddaleniano” verso la fine della glaciazione del Würm, l’ultimo passaggio a piedi tra Sardegna e Corsica; il cosiddetto “Lu caminu ‘ecchju”. Oggi si trova a 60/65 metri sotto il livello del mare, seguiva la paleo-linea di costa tra Punta Paganetto a Spargiotto alla secca di Budelli per passare poi lungo l’Isola di Lavezzi e collegarsi infine a Capo Pertusato.
Le sette sorelle principali: La Maddalena, Caprera, Spargi, Santo Stefano, Budelli, Santa Maria e Razzoli sono paradisi godibili 365 giorni all’anno.

I Parchi Nazionali così come li definisce l’art. 2 della legge quadro n. 394/1991, sono “aree terrestri, fluviali, lacustri o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi, tali da richiedere l’intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future”.

Il nostro bellissimo e unico territorio è stato promosso Parco Nazionale con legge n. 10 del gennaio 1994 e con Decreto del Presidente della Repubblica nel maggio del 1996. È il primo Parco Nazionale della Sardegna con 20.000 ettari d’area marina e terrestre, 180 Km di coste (1/10 di quelli sardi). Vanta un patrimonio floristico di 900 entità vegetali (1/3 della Flora sarda) con 50 specie endemiche che ne fanno un S.I.C. (Sito d’Interesse Comunitario).

Nelle zone boschive, umide, nei sistemi dunali, nelle aree marine e terrestri, la presenza di avifauna marina e terrestre (sia continentale che endemica), determinano le Z.P.S. (Zone a Protezione Speciale). La Biodiversità espressa dall’Arcipelago di La Maddalena conferma il valore del patrimonio contenuto nel suo scrigno naturale. I voli lenti degli Aironi, i gridi garruli dei Marangoni dal ciuffo e dei Gabbiani corsi, maestose e suggestive rocce granitiche, pratini, paludi, pinete, leccete, macchia mediterranea multicolore con essenze profumate, cieli tersi, l’immancabile maestrale, oltre 60 arenili tutti liberi, che con Cala di Roto (spiaggia Rosa), Cala Coticcio (Tahiti), Cala d’a Rena bianca, Porto della Madonna, Cala Granara, Cala Napoletana, Cala Corsara solo per citarne alcune caratterizzano naturalisticamente quest’Arcipelago delle Bocche.

Le isole del Nord Sardegna sono state da sempre visitate da abili navigatori; i Pisani le frequentavano già dal 1200 e i Genovesi, per via degli stretti passaggi, resi ancora più difficoltosi dalla navigazione a vela, le chiamavano “Isole dei Caruggi”.

Valentino, Capitano di WILLY BROWN, ideatore di MAGRÒ EXCURSIONS, tra queste isole intermedie e relativi canali c’è nato. Da buon nativo sa difenderle e tutelarle. Ha lavorato per 20 anni con l’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena come conducente nautico (monitoraggio ambientale). Questo suo singolare Background, tutto “Made in LMD”, gli consente di farle visitare in maniera intelligente, curiosa e sostenibile. Valentino fa suo il celebre aforisma del Premio Nobel per la Letteratura Ernest Hemingway “La Terra è un bel posto, vale la pena lottare per lei”, parafrasando con “l’Arcipelago di La Maddalena è un posto unico, vale la pena lottare per queste isole”.

Un arcipelago d'amare

Il suo Cocktail è a base di Isole (sette parti), sole quanto basta, maestrale quanto basta, trasparenze e riflessi blu cobalto, smeraldo e turchese.
Il consiglio, sebbene sia analcolico, è quello di berlo con moderazione, può ubriacare come un Vermentino di Gallura ghiacciato.